Struttura del video e scelte di layout:
Il video si compone di 3 parti:
1- Presentazione dell’argomento, spiegazione del PH e degli indicatori di acidità;
2- Descrizione del materiale occorrente ed esecuzione dell’esperimento;
3- Conclusioni.
Contenuti teorici esposti:
- Il PH è una scala che misura l’acidità e la basicità di un composto tramite la concentrazione degli
ioni idronio (H3O +) nelle sostanze. In particolare, una sostanza è considerata basica quando il PH assume valori compresi tra 0 e 7, neutra quando assume un valore pari a 7 e basica se il PH ha un valore compreso tra 7 e 14. - Per determinare il valore del PH di un composto, si possono utilizzare degli indicatori di acidità. Essi sono delle particolari sostanze che assumono delle diverse colorazioni in base all’acidità o basicità della soluzione analizzata. La cartina di tornasole ed il PH-metro sono noti indicatori artificiali, ma esistono anche delle sostanze naturali, come le antocianine, in grado di cambiare colore in base al PH. Le antocianine sono contenute in molti alimenti, come le ciliegie, il ribes ed il cavolo rosso.
- Dagli estratti di questi frutti ed ortaggi è possibile ottenere dei validi indicatori di acidità. In
particolare, se si versano alcune gocce di estratto di cavolo rosso nelle sostanze di cui si vuole
determinare l’acidità, queste ultime assumono una colorazione giallo-verde per i composti basici e rossa per quelli acidi. Le sostanze neutre, invece, non causano variazioni nella colorazione
dell’estratto, che quindi mantiene il suo naturale colore violaceo. E’ importante notare, tuttavia,
che le gradazioni assunte dalle sostanze acide e basiche variano a seconda della sostanza utilizzata come indicatore.
Aspetto sperimentale: - Il video presenta la determinazione dell’acidità e della basicità di alcune sostanze facilmente
reperibili, come alimenti o prodotti per la pulizia. Come indicatore di acidità si è scelto l’estratto di cavolo rosso. Il materiale occorrente è: un coltello, un tagliere, un colino, una pentola, un mes tolo, 1 cavolo rosso, dell’acqua distillata, del succo di limone, dell’ammoniaca, della candeggina, della Coca-Cola e un fornello. - Si invitano gli studenti a prestare particolare attenzione durante l’utilizzo di alcuni composti, poiché le sostanze fortemente acide o basiche sono note per essere pericolose per la salute.
- Si riempiono per circa ¼ 5 bicchieri, ciascuno con una sostanza diversa: succo di limone, Coca-Cola, acqua, candeggina e ammoniaca. Si prende poi circa metà cavolo rosso, lo si taglia in piccole parti e lo si fa bollire per circa 15-20 minuti in acqua distillata. Si lascia raffreddare il composto e, con l’aiuto di un colino, si separa il succo dalle foglie di cavolo. Successivamente si versa un piccolo quantitativo dell’estratto in ogni bicchiere e si nota l’immediata variazione di colore delle sostanze.
Il succo di limone ha assunto una colorazione rossastra, come anche la Coca-Cola, mentre la
candeggina ora ha un colore giallastro e l’ammoniaca tende al verde. L’acqua, invece, ha
mantenuto lo stesso colore dell’estratto di cavolo. - Osservando queste colorazioni e confrontandole con l’estratto di cavolo puro, si può dedurre che: il succo di limone e la Coca-Cola sono acidi, l’acqua è neutra mentre la candeggina e l’ammoniaca sono sostanze basiche. Infatti il succo di limone e la Coca-Cola hanno entrambi un valore del PH pari a 2-3, tipico delle sostanze molto acide, l’acqua invece essendo neutra ha un PH uguale a 7. La candeggina e l’ammoniaca hanno entrambe un valore del PH di circa 12, caratteristico di sostanze basiche.
- E’ importante ricordare agli studenti che se l’acqua utilizzata non è distillata, è probabile che
l’estratto di cavolo a contatto con essa non rimanga del suo colore naturale, a causa delle varie
sostanze disciolte nell’acqua.
Sitografia: - Ph sostanze acide e basiche, il cavolo
rivelatore:https://www.youtube.com/watch?v=uPgMV4KWCTo - Indicatori naturali di PH: https://www.youtube.com/watch?v=xauX3NLOVio
- Esperimentanda: https://www.esperimentanda.com/come-identificare-acidi-e-basi-e-misurarne-ilph-con-indicatori-fenolftaleina