Una Chitarra in Lemine

Introduzione

Una Chitarra in Lemine intende collegare, attraverso l’esecuzione di Torija, brano composto da Federico Moreno Torroba, il mondo della chitarra classica ai luoghi più significativi del Lemine. Il pezzo (cui storia e autore verranno trattati in seguito) è un’elegia di andamento lento, di carattere solenne e a tratti malinconico, che si presta alla rappresentazione di paesaggi in quanto musica descrittiva.

Ambientazione e scelte stilistiche 

Il video è registrato prevalentemente nei pressi della Chiesa di San Tomè ad Almenno San Bartolomeo, simbolo principale del romanico sul territorio. Il monumento dalla caratteristica forma a cilindri sovrapposti, risalente al XI – XII secolo, si staglia tra il verde, in mezzo ai campi. Le riprese alternano visuali della facciata, del fianco sud e dell’interno della Corte, in origine un piccolo monastero contiguo alla chiesa stessa. Nella seconda parte l’ambientazione di sposta nel paese di Almenno San Salvatore, in particolare sui sagrati delle chiese di San Giorgio (XII secolo) e di San Nicola (XV secolo) con l’annesso vigneto. 

Le scelte cinematografiche hanno come obiettivo la valorizzazione delle località. Il filmato infatti offre una vasta raccolta di inquadrature sia statiche che dinamiche, dalle ampie panoramiche delle piane e dei paesaggi collinari di Almenno, fino a qualche piccolo particolare strutturale e decorativo delle chiese. Inoltre si è cercato di sfruttare al massimo l’ambiente circostante attraverso scene con dettagli naturali quali il vento, rappresentato dal movimento delle foglie, e la luce del tramonto, che passando attraverso le rovine, regala interessanti giochi di luci e ombre. Tutto ciò sempre senza trascurare il musicista che, essendo il video di tipo musicale, si trova quasi sempre in primo piano.

Approfondimento storico musicale del brano

La chitarra dopo la prima guerra mondiale, incominciò ad essere guardata dai compositori con una nuova attenzione: non più come strumento di ruolo popolare, ma come strumento nobile, dalle molte possibilità espressive. Questo processo fu notevolmente accelerato dal grande chitarrista spagnolo Andrés Segovia (Linares 1893 – Madrid 1987). Lo sforzo di diffondere la chitarra nel mondo lo ha portato a intraprendere un’intensa attività pedagogica, cui hanno attinto giovani di ogni paese. Ma il grande merito di Segovia gli viene dal fatto di aver sollecitato molti compositori a scrivere per la chitarra. Le sue interpretazioni e perfezione in ogni particolare, hanno portato la chitarra nelle sale da concerto di tutto il mondo, come strumento solista e concertante, in un’epoca in cui gli ambienti colti snobbavano se non addirittura disprezzavano la chitarra in quanto strumento popolare.

Segovia incontrò Federico Moreno Torroba (Madrid 1891 – Madrid 1982) nel 1918 e lo convinse a scrivere musiche per lui che poi eseguì nei suoi concerti. Torroba, conosciuto soprattutto per la zarzuela, tradizionale genere musicale spagnolo, respinse le idee d’avanguardia del XX secolo a favore della musica da concerto tonale che combina elementi folk della Spagna con la struttura della musica classica. La sua abilità è dimostrata nella sua capacità di creare belle melodie liriche nei movimenti lenti, oltre a scrivere musica più veloce e ritmica di carattere spagnolo. 

Torija è uno dei quattordici brani dei Castillos de España, pubblicati da Torroba in due volumi: il primo nel 1970 e il secondo nel 1978. In quest’opera ogni pezzo è ispirato ad un castello in Spagna. La suite riflette non solo la magnificenza e la storia dei monumenti, ma anche la nostalgia per il passato. Torroba compose Torija proprio ispirandosi al castello del piccolo paese di Torija, non molto distante da Madrid. Costruita nell’XI secolo dai cavalieri templari, divenne una delle loro più importanti fortezze durante numerose guerre e fu occupata e completamente distrutta dai francesi nel XIX secolo. Affascinato dalle sue rovine, il compositore scrisse quest’elegia che intende, attraverso una dolce e ripetitiva melodia, suscitare speranza e riportare alle origini la bellezza del luogo, rovinato dalla distruzione e dalla sofferenza.

Bibliografia:
Giuseppe Radole Liuto, chitarra e vihuela, Ed. Suvini Zerboni, Milano (per riferimenti storico musicali).

Sitografia:
Fondazione Lemine: http://www.fondazionelemine.eu